fiabole

V … Valeria a Venezia

150 150 Silvia Ferrari

Valeria voleva andare a visitare la città di  Venezia. In un giorno di sole,  indossò un bellissimo vestito con le farfalle colorate, lo chiuse  con un pezzetto di velcro e prese la valigia per mettere gli oggetti di cui avrebbe avuto bisogno in viaggio. Aveva preparato venti vestiti colorati,  un vaso per mettere fiori profumati ed un vasetto di nutella. Poi prese un vassoio e lo riempì di torta viennese, la coprì con una velina, chiuse le porte e le finestre di casa con la vite e uscì. Infine sistemò sul cancello una ventosa per tenerlo chiuso e partì.

Arrivò a Venezia e comprò per la sua amica Vanessa un ventaglio con le immagini della città ed un vestito verde.

Valeria tornò a casa dopo tre giorni felice di aver visitato la città di Venezia, aveva visto anche le maschere del famoso Carnevale della città e le erano piaciute moltissimo.

U … Ubaldo, uovo ubbidiente

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Ubaldo era un uovo piccolo ma molto ubbidiente. Viveva con la mamma, il papà e i suoi tre fratelli in un cestino a  forma di uovo.

Ubaldo era sempre allegro, era sempre ubbidiente, la mamma chiedeva un favore e lui diceva sempre di sì. Un giorno si avvicinò un uomo al cestino e prese uno dei suoi fratelli che era scappato fuori, allora la mamma chiese ad Ubaldo di andare a riprenderlo.

Così l’uovo ubbidiente, andò, chiamò il fratello che si trovava vicino ad una pentola, gli disse di tornare nel cestino e la mamma lo ringraziò. L’uomo vide la scena e rimase colpito dall’uovo ubbidiente, così lasciò lui e la sua famiglia liberi di rotolare in giardino sotto il sole.

 

 

 

T … Tortina, la tigre paurosa

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Una tigre di nome Tortina, aveva paura perché sul suo tablet vedeva sempre immagini  di un tirannosauro, un tapiro ed un topo. Urlava e diceva: “ Aiuto, qualcuno mi salvi!” e prendeva un tovagliolo per asciugarsi le lacrime. Poi scriveva su un taccuino tante parole per farsi  coraggio: “ Non devo avere paura perché sono solo immagini”.

Una sera sentì squillare il telefono, era la sua amica tigre Tina che la voleva invitare a casa sua a bere una tazza di tè.

Tortina allora, prese una bottiglia vuota e la riempì di tè, poi mise il tappo, prese della tempera  e scrisse una dedica su un biglietto: “ Alla mia cara amica Tina, regalo questo tè ed un temperino”. Per arrivare a casa di Tina, doveva passare in un tunnel azzurro e dopo tre curve eccola arrivata! Bussò tante volte ma Tina non rispondeva.

Allora entrò dalla porta sul retro, vide Tina sdraiata sul divano perché non stava bene. Tortina prese un termometro per misurare la febbre. Era altissima, così prese un tovagliolo, lo bagnò con acqua fresca e lo mise sulla fronte della tigre Tina. Restò con lei tutta la notte ed al mattino la febbre era scesa. Le due amiche allora riuscirono finalmente a bere il tè e Tortina dimenticò la paura del tirannosauro, del topo e  del tapiro.

S … Un serpente a scuola

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Ieria scuola, mentre i bimbi stavano giocando, è stato avvistato un serpente. Si è affacciato alla porta della  classe e  all’inizio i bimbi si sono  spaventati, poi lo hanno accolto e hanno  ascoltato la sua storia. Il serpentello piangeva perché tutti gli animali lo prendevano in giro.

Un giorno una tartaruga lo aveva fatto inciampare in un secchiello pieno d’acqua. Un altro giorno, la zebra aveva organizzato una gara di salti, ma  il serpente non poteva giocare, non aveva le zampe per saltare!

Una mattina, invece di asciugarlo con le salviettine, la scimmia gli aveva dato uno straccio ed uno stuzzicadenti per lavare i denti. Allora i bimbi per aiutarlo hanno  preso un sapone ed una spugna e lo hanno lavato e rinfrescato. Poi hanno  pettinato il serpente con la spazzola,  preparato un sacchetto con qualcosa da mangiare e lui era felicissimo perché spesso gli davano un sasso come cibo, per ridere di lui.

Il serpente era davvero contento di aver conosciuto nuovi amici e aveva deciso di restare aavivere nel giardino della scuola, in una piccola buca scavata apposta per lui.

R … Il rinoceronte Rino

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Un rinoceronte di nome Rino amava giocare a tennis con la sua racchetta rossa.  Al termine di ogni allenamento, ascoltava la musica dalla radio che gli aveva regalato la sua amica Rama. La canzone preferita di Rino era il rock and roll, cantava e ballava, si divertiva moltissimo.

Viveva in una roulotte che aveva quattro grandi ruote. A colazione e a pranzo, mangiava riso rosso, per cena invece riso rosa, alle fragole! Che buono, gli piaceva tantissimo.

Di pomeriggio, curava il suo bellissimo roseto e controllava con il righello di quanti centimetri erano cresciute le rose rosse. Rino era felice di  prendersi cura dei suoi fiori, amava rispettare la natura, gli animaletti e naturalmente le persone.

Rino organizzava sempre merenda per tutti e cucinava: risotto al cioccolato!

 

CHE COSA SONO LE “FIABOLE”

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Le “Fiabole” sono racconti con avvenimenti e personaggi fantastici, animali o esseri animati. Il componimento è abbastanza breve, la lettura è scorrevole e vi è sempre un significato educativo e formativo. Una Fiabola si crea scegliendo parole che abbiano come iniziale la stessa lettera, oggetti di uso comune, giochi o altro purché concreto.

Ho inventato le Fiabole perché mi serviva un genere tutto nuovo, per far incontrare persone comuni e oggetti animati, con o senza poteri magici. Accompagnano il bambino nella sua esperienza didattica e di vita, lo rendono parte del racconto, fino a sentirsi il vero protagonista.

L’idea di inventare un genere nuovo da dedicare all’infanzia, ma non solo, nasce per la necessità di proporre ai bimbi della scuola primaria che iniziano un percorso di apprendimento, una modalità innovativa, legata ai sentimenti come base per imparare a leggere e scrivere. Perché? Siamo circondati da strumenti tecnologici che ci consentono quasi tutto e grazie ai quali si scoprono nuove possibilità di conoscenza ed interazione.  Rimane però sempre nascosta la parte più profonda del nostro Io, che resta dentro di noi per emergere solo in caso di coinvolgimento vero, grazie a meccanismi che scaturiscono dalle relazioni tra le persone.

In base alla teoria di Lev Semenovic Vygotskij (1934), la zona di sviluppo prossimale individua la distanza tra lo sviluppo del bambino e lo sviluppo potenziale. In quest’area, grazie all’aiuto degli adulti, il bambino impara e prova a risolvere problemi di competenza elevata, fino a raggiungere la capacità di essere autonomo.

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