Natale

La mia letterina

150 150 Silvia Ferrari

Caro Babbo Natale ecco la mia letterina

con richieste speciali come fossi bambina:

primo desiderio, vorrei che l’infanzia

fosse una tappa di sogni e speranza.

Giochi, esperienze e tante emozioni

per crescer sani tra abbracci e canzoni.

Secondo desiderio per l’adolescenza

perché possa avere dolcezza e pazienza.

Il terzo desiderio, più complicato:

vorrei la saggezza in tutto il creato,

niente più guerre e litigi feroci

ma solo amore da udire a più voci.

Certo, lo so, desidero molto

ma in fondo basta guardarsi in volto

e riscoprire il Natale ogni giorno,

tra le persone che abbiamo intorno.

Dicembre scaldacuore

150 150 Silvia Ferrari

Ritorna l’inverno con fredde giornate

lunghe mattine e brevi serate

si chiude l’anno che piano è passato

donando esperienze di vita al creato.


Per tutti dicembre è un mese speciale

porta nei cuori di molti il Natale

ad altri dona una grande emozione

qualunque sia il credo o la religione.


Con sguardo fiero e a volte sognante

pensiamo a un futuro emozionante

sbagliando s’impara, questo si sa

e serve a raggiunger la felicità. 

Dicembre assomiglia ai genitori

che sperano sempre in tempi migliori

e fanno progetti per la famiglia

che portano giorni di meraviglia.


Per chiudere l’anno così finalmente

non mancherà proprio più niente,

un tenero abbraccio per augurare

che al mondo si possa amare e sperare.

Voglio dire Buon Natale

150 150 Silvia Ferrari

Nel rispetto delle religioni diverse da quella cattolica, o per la perdita di fede, è ormai consuetudine vivere il mese di dicembre dando poca importanza all’Avvento.

Se inizialmente questo poteva essere inteso come un modo inclusivo di vivere i momenti della cristianità, ora sta diventando preoccupante perché è una continua rincorsa all’attenzione verso l’abbandono dei termini canonici del Natale, ci dicono, per essere accoglienti verso tutti.
Così però stiamo perdendo la libertà di esprimere cosa significa davvero Natale, usando invece termini di altre culture o semplicemente parole più “leggere” che poco agganciano la tradizione.

Nella religione cattolica, è la nascita del Signore, il  Dio che si prega e in cui si crede. Questo semplicemente è il punto da cui partire per arrivare al 25 dicembre.
Ognuno può vivere la propria esperienza come meglio crede, in famiglia, nelle scuole e nei luoghi pubblici.

Chi vive la cultura occidentale, abbraccia alcune tradizioni, come canti, il presepe e l’addobbo dell’albero. Soprattutto quest’ultimo è accolto con interesse da tutti e come consuetudine, si decora all’inizio dell’Avvento, nonostante i social ci propongano tempi diversi, la corsa a chi lo prepara  prima o le luci più colorate. 

Per quanto riguarda il presepe poi, proprio nella nostra Italia è nata la tradizione della Sacra rappresentazione con San Francesco, per ricordare il vero dono del Natale. Nella zona di Napoli e in altre città sparse per lo stivale, è particolarmente importante la produzione di statuine coreografiche per evocare la nascita di Gesù.

Perché allora abbandonare le nostre tradizioni? La visione interculturale del Natale non ha nulla a che fare con l’abbandono, ma anzi ha il profondo significato dell’Intreccio  di più culture che si valorizzano a vicenda. Interculturale significa infatti conoscenza e incontro di culture diverse. Come si rispettano tutte quelle che accogliamo quotidianamente, usando i termini appropriati per definirle, è giusto poter dire “Buon Natale” o “Avvento” senza sentirsi in difetto, ma educando al rispetto. Rispetto, un termine universale di umanità e sapienza, capace di rendere migliori le persone.

Perciò, questo mese di dicembre sia davvero un incontro, un calendario in cui si scoprano le tradizioni di altre culture e si valorizzino le nostre, che siamo chiamati a rispettare, seguire e trasformare in modernità, stando al passo con la società che evolve.
Per questo Natale riprendiamoci la libertà di spiegare cosa significa.

I valori e il senso della tradizione , acquisteranno di nuovo il loro posto e l’azione educativa soprattutto delle famiglie, sarà di nuovo efficace, capace di radicare il senso di appartenenza che oggi spesso è delegato ai social media, alle mode, all’influenza di persone che non scegliamo come esempi ma ci vengono proposti da imitare in massa, lasciando assopito il pensiero creativo e divergente.

Riscopriamo allora  la bellezza della tradizione, per chi professa una qualsiasi religione e per chi non ha un Dio in cui credere,  sottolineando l’azione educativa, nel rispetto civico e morale. Iniziando da noi, rivaluteremo l’impatto sociale che la riscoperta dell’educazione lascia, come nuovo umanesimo, nuova occasione, nuova esperienza di condivisione e vita reale. 
Allora, a tutti, potrò dire liberamente Buon Natale!

Per questo Natale

150 150 Silvia Ferrari

Per questo Natale voglio donare
con cuore sincero e gentilezza,
un dolce pensiero particolare
che porti via se c’è la tristezza.

Mi servon parole dolci e canzoni
sorrisi felici e luci brillanti,
raccolgo per tutti tante emozioni
gesti d’affetto reali e importanti.

Per questo Natale ho doni nel cuore
affetto, amicizia, pace, allegria,
che possan portare il buonumore
a chi tante volte non ha compagnia.

Mi servon la forza e la fantasia
per trasformare ogni giornata,
in un momento di grande magia
da ricordare a vita inoltrata.

Per questo Natale voglio donare
tanta speranza a tutti i bambini,
perché il futuro possa serbare
grandi traguardi lontani e vicini.

E se non fosse per questo Natale
ci sarà tempo per conquistare,
con coraggio e amore speciale
quello che ognuno di noi può sperare!

La borsa di Natale

150 150 Silvia Ferrari

Era ormai arrivato il mese di dicembre e la piccola Lucia amava passeggiare all’ aria aperta, con sciarpa guanti e cappello per farsi accarezzare dal vento quasi invernale. Ogni pomeriggio passava a casa della nonna Anna per farsi preparare la merenda e poi si dirigeva verso il parco per sedersi sulle panchine a mangiare i biscotti magici preparati per lei e poi si dedicava a giocare con la neve, scivolare sui pattini, con la palla e con gli amici che incontrava. Lucia metteva la merenda nella tasca del cappotto, ma spesso arrivata al parco, si ritrovava poche briciole perché durante il tragitto qualcosa cadeva. maggiori informazioni

La pecorella rossa

150 150 Silvia Ferrari

Un gregge di pecore aveva dato il benvenuto  a tanti cuccioli vivaci e desiderosi di conoscere il mondo. Con il passare dei mesi, le pecorelle avevano imparato a muoversi con il gregge, a mangiare e a giocare nei campi. Un giorno, mentre stavano passeggiando in un campo lontano dal solito territorio, le piccole pecore videro in lontananza un animale rosso, stranissimo e si avvicinarono per capire chi fosse. Giunti vicino a quella creatura, videro che si trattava di una pecora proprio come loro. “Una pecora rossa – disse qualcuno – che stranezza è mai questa?”

“Sarà caduta in un barattolo di vernice, oppure avrà mangiato troppa marmellata di fragole” – aggiunse qualcun altro.

La pecorella rossa si voltò per allontanarsi, ma un gruppetto di pecore  si strinse intorno a lei e iniziò a ridere, a spingere fino a farla cadere nel fango. Poi scapparono via tra mille risate.  La pecorella era tutta sporca, così si diresse verso il ruscello per lavarsi e mentre camminava pensava che forse le altre pecorelle avevano ragione, forse il suo colore era il frutto di un incidente. Si sentiva l’animale più strano del mondo e si nascondeva per non farsi vedere.

I mesi passavano e tornò come ogni anno il mese di dicembre, dedicato ad una grandissima fiera. Vicino al prato in cui era solita fermarsi, passavano mercanti, venditori ambulanti, animali di ogni specie per partecipare alla grande fiera.

La sera del 24 dicembre però, il cielo aveva le stelle molto luminose e la piccola pecorella rossa camminò così tanto che si ritrovò in un posto che non conosceva. Insieme a lei c’erano molte persone con i loro animali, continuavano a correre  in cima a una collina e dicevano: “È nato, è nato il Bambinello!”

La pecorella rossa andò con loro, si avvicinò ad una grotta e vide un Bambino avvolto in fasce, era appena nato e con lui  c’erano la mamma, il papà e alcuni animali che cercavano di tenerlo al caldo. Tutti parlavano di un Bambino speciale, un Salvatore.  La pecorella era felicissima di essere parte di quell’evento così importante e aveva notato che nessuno la prendeva in giro. Anzi, ad un tratto un pastore le disse: “Vieni qui vicino, scalda anche tu Gesù Bambino con questa bellissima lana colorata, rossa come il calore, l’amore, l’amicizia, come il cuore!”.

La piccola pecorella non poteva crederci, lei, che si era sempre nascosta, ora aveva un compito così grande! Lei, derisa e umiliata da tutti gli animali. Ora tutti la guardavano e sorridevano, grati per il calore che serviva a riscaldare il Bambino Gesù.

Dopo alcuni giorni, la famiglia partì per raggiungere un altro luogo e la pecorella fu accolta nel gregge del pastore che l’aveva notata la notte di Natale, dando valore alla sua diversità e riuscendo a renderla speciale. Passando tra i campi, incontrarono altre pecore e chi l’aveva sempre presa in giro l’aveva riconosciuta. Ora invece di scherzare, tutti gli animali  la guardavano con rispetto e ammirazione, perché si parlava di lei come la pecorella rossa che aveva scaldato il Bambino Gesù e aveva donato un nuovo colore al Natale!

                           Illustrazione di Simona Aiolfi

 

 

Il pettirosso di Natale

150 150 Silvia Ferrari

Neve, neve, neve. Un manto bianco ricopriva le case, il bosco, gli alberi e regnava il silenzio in città. Volava solo un timido pettirosso in cerca di cibo. Era quasi Natale e al piccolo piaceva fermarsi vicino alle finestre delle case per ammirare gli addobbi, le luci e i nastri dorati scintillanti. Un giorno, il pettirosso si ritrovò a volare nel mezzo di una battaglia di palle di neve tra alcuni bambini che vedendo l’uccellino, decisero di prenderlo come bersaglio. Il piccolo, venne colpito e precipitò a terra. In pochi secondi la sua vita era cambiata, ora era in pericolo e senza speranza.

All’improvviso, sentì un calore piacevole che lo avvolgeva, riuscì ad aprire gli occhietti e vide il sorriso di una bimba che gli disse: “Tranquillo piccolino, ora sei al sicuro, ti porterò a casa mia”. Natalia e la sua mamma, prepararono un morbido nido per il pettirosso ferito, lo ricoprirono di cure ed attenzioni, lo nutrirono e giorno dopo giorno videro che il piccolo si stava riprendendo.

“Eccoti, dormiglione” – disse Natalia – “Hai dormito tantissimo oggi, come ti senti? Appena starai meglio potrai tornare a volare, ma promettimi che tornerai a trovarmi!” Detto fatto, quando riuscì a volare, il pettirosso uscì dalla finestra per raggiungere altri uccellini e ogni giorno tornava a salutare Natalia e la sua mamma.

Un giorno, si appoggiò come sempre al davanzale della cucina della casa di Natalia ma non vide nessuno, a quell’ora di solito la sua mamma stava preparando il pranzo e riservava semi e chicchi per lui. Volò allora intorno alla casa e sentì la voce di Natalia chiamare: “Aiuto, qualcuno mi aiuti!”. Dalla finestra del salotto vide la mamma di Natalia a terra e non riusciva a rialzarsi. Il piccolo pettirosso bussò con il becco alla finestra e Natalia aprì dicendo: “Aiutami piccolino, la mamma è inciampata e si è fatta male al piede!” Il pettirosso volò nel giardino in cui stavano giocando quei ragazzi che l’avevano colpito. Cercò di attirare la loro attenzione facendosi colpire con la neve, poi uno di loro, disse agli altri: “Secondo me vuole che lo seguiamo, è come se ci stesse chiamando”.

Tutti allora seguirono il pettirosso e arrivati a casa di Natalia capirono: era una richiesta di aiuto. I ragazzi videro la mamma di Natalia, la aiutarono a rialzarsi, presero il ghiaccio da appoggiare al piede, la coprirono e le prepararono una bevanda calda. Dopo alcuni minuti si era ripresa, Natalia ringraziò i ragazzi che avevano capito il valore di aiutare chi ha bisogno. Poi decise di tenere con lei il pettirosso che per alcuni giorni si comportò come un vero e proprio aiutante. Ma il 24 dicembre, vedendo altri pettirossi che volavano felici, si avvicinò a Natalia e si posò sul suo petto. Era un saluto, un tenero segnale di affetto e gratitudine. La bimba disse: “Vai piccolino, non ti tratterrò, vola con i tuoi amici ma torna a trovarmi ogni tanto. Sei stato così prezioso per noi, perché con la tua semplicità hai saputo aiutare e dare esempio a quei ragazzi, che hanno imparato a comportarsi meglio! Sei per me un bellissimo regalo di Natale!” Il pettirosso volò con gli altri uccellini, Natalia sapeva che il suo nuovo amico sarebbe tornato a salutarla per tutto l’inverno.

Il piccolo pettirosso aveva ricevuto cure, affetto e aveva ricambiato con le stesse attenzioni, riuscendo a contagiare gli altri del suo spirito di generosità. Spesso un piccolo gesto, può cambiare in meglio la giornata o la vita di chi ci sta intorno, basta solo farsi trasportare dall’amore e dalla bontà. La magia del Natale è proprio questa: riscoprire quel che ognuno ha in fondo al cuore, imparare a condividere emozioni, buone intenzioni e bellezza ogni giorno dell’anno.

 

Ritorna il Natale

150 150 Silvia Ferrari

Come ogni anno ritorna il Natale

ed una grande emozione mi assale,

sono felice perché l’atmosfera

rende la gente più saggia e più vera.

 

Natale arriva con una magia

tutto si illumina lungo ogni via,

poi dentro i cuori rinasce l’amore

così  il futuro sarà migliore.

 

Ciò che mi piace sempre a Natale

è ricordare quel che più vale:

salute, famiglia, scuola ed amici,

casa,  lavoro e viver  felici.

 

Auguro a tutti un Natale di gioia

con canti, sorrisi e senza più noia,

affetto, dolcezza e tanta bontà,

pace e abbondanza di serenità!

La magia di Santa Lucia: educare alle tradizioni

150 150 Silvia Ferrari

In alcune zone d’Italia si festeggia Santa Lucia e anche a Sant’Angelo Lodigiano, domenica 12 dicembre è stato ricreato un villaggio dedicato alla Santa, grazie all’impeccabile organizzazione di Fiesta Brava. Casetta di Santa Lucia, alberi di Natale in legno con decorazioni realizzate dai bambini delle scuole negli anni scorsi, personaggi dei film d’animazione, Elfa Rimastrella, gli asinelli, hanno reso suggestiva la giornata. Babbo Natale, si aggirava nel villaggio per controllare che tutto fosse in ordine e i suoi elfi ballerini, hanno saputo coinvolgere i bambini presenti con balli di gruppo e giro in calesse.

Ho avuto il piacere di partecipare a tutto questo per proporre ai bimbi un gioco natalizio grazie al quale hanno potuto conoscere i personaggi protagonisti dei miei libri e delle mie storie raccolte sul sito (www.silviastrocche.it). Parlando con i bambini, ho potuto constatare quanta passione e quanta speranza ci fosse nell’ attendere Santa Lucia. I genitori poi, mostravano interesse per le caratteristiche dei miei personaggi, natalizi e non, ripetendo ai bambini quanto fosse bello e importante essere curiosi, sperimentare, immaginare, inventare, immedesimarsi nei racconti e naturalmente leggere.

Ogni storia infatti, racchiude quel pizzico di magia che  rende la vita di tutti, grandi e piccini una vera festa, una bellezza unica e irripetibile. I racconti riescono proprio a creare quell’atmosfera che serve a rendere ogni momento spendibile, unico e ricco di valore.

Insieme al villaggio, abbiamo contribuito a sprigionare il bello intorno a noi, entrando nel vivo del Natale, quello dentro di noi, che parte in questo periodo ma che si manifesta tutto l’anno nei nostri comportamenti e nella nostra quotidianità.  Una vera riscoperta di emozioni e tradizioni più vive che mai grazie all’impegno, all’azione educativa e alla creatività di tutti.

 

Cos’è il Natale

150 150 Silvia Ferrari

Ho chiesto ai bambini che cos’è il Natale

a turno han risposto quel che più vale:

“Avere una casa, famiglia ed amici,

sentirsi ogni giorno tanto felici”.

 

Han poi continuato cantando canzoni

che han suscitato grandi emozioni,

per celebrare Gesù il Bambinello

che rende il mondo sempre più bello.

 

Natale riscopre in ogni momento

il saper donare con sentimento,

amare la vita in ogni sua forma

perché solo il bene tutto trasforma.

 

Che questo Natale porti nel cuore

vita, speranza, gioia e amore,

così tutti insieme potremo augurare

giorni felici  che faccian  sognare!