In attesa di iniziare un nuovo anno scolastico, mi soffermo a capire quale sia lo scopo di alcuni docenti che, seppur in toni scherzosi, veicolano contenuti poco rispettosi. Il rischio è che chi legge, interpreti in modo negativo sia l’interesse, sia l’entusiasmo dei docenti rispetto al rientro in aula.
La scuola per noi insegnanti, è prima di tutto non solo fisico, ma anche mentale, che attraversa percorsi, situazioni e sentimenti. Spesso l’insegnamento è frutto di una consapevolezza maturata nel tempo e mutevole in base ai cambiamenti della società.
Considerando quest’ultima come liquida e incerta ( Bauman, Morin) trovo stucchevole continuare a polemizzare al puro scopo di lamentarsi e leggere battute sulla scuola. Quelle le lascerei ai comici, che conoscono in parte le sottili sfumature e si inseriscono nella vita scolastica in modo teatrale e goliardico, per quanto vere possano essere in alcuni casi.
Le scienze dell’educazione, ci parlano di esempi concreti e positivi, di come si possa imparare divertendosi, innovando e motivando.
Leggere o ascoltare frasi e battute sulla scuola, tra i sorrisi di molti, contribuisce a considerarla un “luogo di poco conto” quando invece rappresenta infinite possibilità, racchiude professionalità, competenze e agisce sulla persona. Cosa vogliamo costruire quindi nel nostro percorso professionale, educativo e didattico? Quale messaggio vogliamo lasciare parlando di scuola?
Sorridere, divertirsi, ridere impegnarsi per imparare si può, è bello n dovere di tutti i soggetti coinvolti, se poi prendono forma lezioni innovative e si coinvolgono alunne e alunni in modo attivo e dinamico ancora meglio. ( Dewey)
Allora diamo il via alla bella scuola, con parole e azioni concrete che possano davvero fare la differenza. Dimostrare che noi docenti crediamo nella scuola, è il primo passo per aprire nuovi orizzonti oltre libri e prestazioni.
Il resto verrà cammin facendo.
“Che bello, si torna a scuola, ci saranno lezioni interessanti, vedrete!”
“Finalmente un nuovo anno scolastico, idee per renderlo ancora più interessante?”
“Faccio il lavoro più bello del mondo, la Prof “