conoscenza

Inaspettate fragilità

150 150 Silvia Ferrari

Fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”

è la celebre frase del Canto XXVI dell’Inferno nella Divina Commedia quando  Dante incontra  Ulisse . Egli ora  si trova nel girone dei fraudolenti, a causa dei suoi innumerevoli inganni, ma la visione dantesca offre uno slancio di positività, che mi porta a riflettere sulla condizione sociale attuale.

Secondo Dante, Ulisse non tornò a casa ma continuò a viaggiare in mare, spingendosi fino alle colonne d’Ercole considerate il limite oltre il quale nessun uomo aveva mai viaggiato. Aveva rivolto ai suoi compagni quelle parole sopra citate e li  invitava  a continuare il viaggio insieme a lui, senza timore, per raggiungere e conoscere altri luoghi.

Oggi noi adulti dove ci spingiamo per raggiungere la conoscenza? Ci areniamo e viviamo in modo passivo oppure proseguiamo il nostro viaggio alla ricerca di saperi sempre più ampi? Gli ambienti sociali, scolastici e professionali ci parlano di competenze da acquisire, per diventare cittadini del mondo, dare valore a regole, culture, al patrimonio artistico del nostro territorio, alla cittadinanza digitale.

Mentre la scuola è chiamata a svolgere percorsi di apprendimento trasversali volti a raggiungere queste competenze, molti adulti sembrano fermi, ancorati alle conoscenze del passato, perché si sentono presumibilmente completi e non si accorgono che questo restare fermi non stimola i bambini e ragazzi, ma anzi li rende vuoti e insicuri. La società cambia, evolve, si modifica in continuazione e gli adulti non possono fermare la loro sete di conoscenza, ma continuare ad acquisire competenze  per formare i giovani. Devono insegnare, imparare e coinvolgere con l’esempio di chi collabora, viaggia  e riesce a raggiungere gli obiettivi che  si pone. Solo unendo le competenze e acquisendone di nuove, la nostra società si trasformerà da liquida (Z. Bauman) a solida con basi sicure.

Questo non significa avere percorsi facili, ma usare l’incertezza per continuare a scoprire con coraggio e sacrificio ciò che serve per costruire un futuro migliore. Bauman ha affermato che “l’incertezza è l’unica certezza” proprio perché un’apparente fragilità nasconde molti modi di risolvere problemi, trovare diverse soluzioni.

Essere preparati di fronte all’imprevisto, continuare a formarsi per cambiare insieme alla società è il modo migliore per rafforzare la nostra esistenza, minacciata spesso dalla pigrizia mentale o dal desiderio di apparire. Questo  ci impedisce di inseguire la “virtute e canoscenza” di Ulisse, ci impedisce di essere punti di riferimento.

Possiamo cambiare prospettiva e donare al futuro una nuova speranza, viaggiando prima di tutto dentro noi stessi e scoprire la bellezza e la potenzialità dell’essere umano. Diamo quindi valore alla nostra esistenza, con responsabilità e creatività recuperiamo quel coraggio che spesso manca agli adulti, quello che serve da esempio ai giovani, che li motiva, li fortifica, li rende indipendenti e autonomi, nel loro viaggio colmo di incertezze ma di altrettante infinite possibilità di successo.

 

 

 

La Gentilezza

150 150 Silvia Ferrari

Venne un dì la Gentilezza

sorridendo  salutò,

le rispose la tristezza

che le lacrime asciugò.

 

Con la solita eleganza

Gentilezza incominciò

a parlare di speranza

e anche il mondo si svegliò.

 

Quanti fiori, che bellezza

la tristezza se ne andò,

e con gioia Gentilezza

per le strade camminò.

 

Portò a tutti conoscenza

e i bei modi divulgò

prima l’arte, poi la scienza

tutti quanti contagiò.

 

Fu così che con pazienza

per il mondo lei viaggiò

regalando con sapienza

il suo dono  un altro po’…