Alice in rima

Alice in rima

150 150 Silvia Ferrari

In un caldo pomeriggio 

una bimba immaginò

 di vedere un Bianconiglio

 e con garbo lo chiamò.

 

Lui scappando disse: “È Tardi!”

nella tana si infilò, 

ed Alice per seguirlo

 cadde in fondo ancora un po’.

 

Vide allora un buon biscotto 

così in fretta lo mangiò, 

ma divenne gigantesca

 e nel mare si trovò.

 

Giunse poi in un bel bosco 

piccolissima però, 

Ghignagatto le sorrise

 e un sentiero le mostrò.

 

La piccina incuriosita

una casa lì trovò, 

con la tavola imbandita

e le tazze sul comò.

 

Ecco lepre Marzolina

che un buon tè le preparò,

ma rimase l’acquolina 

perché nulla lei mangiò.

 

Poi conobbe il Cappellaio 

la sua storia le narrò, 

così Alice ascoltò attenta

 e rimase ancora un po’.

 

Che bellezza, quanti balli

Deliranza  incominciò

e spostandosi di posto

a ballare incominciò.

 

Ad un tratto la Maestranza 

seria e zitta lì arrivò,

 il silenzio ed il rigore

 in un attimo portò.

 

“Che succede, non capisco” 

ora Alice domandò,

ed insieme al Cappellaio

Deliranza ritornò.

 

Ad un tratto la bambina

 in un prato si trovò, 

tra le rose e la regina 

che ad urlare cominciò.

 

“È arrivata la tua ora

 la tua testa taglierò”.

 Ed Alice in quel momento

 per fortuna si svegliò.