Crono, storia di un virus- perduto

Crono, storia di un virus- perduto

150 150 Silvia Ferrari

Alcuni giorni fa, nel caos di questa emergenza che costringe molte persone chiuse nelle loro case, ho conosciuto un bimbo speciale. Passeggiava da solo vicino a casa mia e sembrava pensieroso. Così mi sono avvicinata per chiedere come mai fosse così triste, era impaurito, infreddolito e soprattutto solo.

“ Ciao, mi chiamo Nora, abito qui, ti va di raccontarmi  cosa succede? ”

“ Io sono Crono, mi sono perso”.

Allora l’ho portato con me e davanti ad una calda cioccolata ha iniziato a raccontarmi la sua storia.

“Arrivo da molto lontano, parlo bene italiano perché i miei genitori lavorano qui in Italia da molto tempo. Da alcuni giorni però, mi sono perso, mi sono trovato da solo in un posto vicino alla città di Lodi, ma qui non conoscevo nessuno. Alcune persone mi hanno visto girovagare, mi hanno chiesto da dove arrivassi e quando dicevo loro dal pianeta Virus, si allontanavano e non mi facevano continuare a parlare. Una signora molto gentile si è avvicinata e mi ha chiesto di aspettare un attimo fuori da casa sua: era andata a mettersi una mascherina, aveva lavato le mani ben bene e mi aveva aperto la porta. Mi sono seduto in salotto, sul suo bellissimo divano e Virna, mi ha spiegato che erano giorni di grande preoccupazione. C’era un certo Coronavirus che aveva fatto ammalare alcune persone ed ora tutti per non essere contagiati, erano chiusi nelle loro case, lontano dai luoghi di lavoro, dalle scuole e da posti affollati come cinema e musei. Capisci ora perché  quando dicevo il mio paese di origine, tutti avevano paura anche di me?  Virna era stata davvero gentile e non aveva paura.  Mi aveva spiegato che quel tale, Coronavirus, era stato molto prepotente e chi era entrato in contatto con lui aveva preso febbre alta e tosse. Inoltre, siccome era un nuovo abitante del pianeta, nessuno lo conosceva e nessuno sapeva come allontanarlo. Per fortuna però, i medici si erano messi subito al lavoro per cercare di capire e tenere sotto controllo la situazione. Servivano calma e pazienza”.

Ascoltavo con attenzione il racconto del piccolo Crono ed inizialmente ero preoccupata anch’io, perché alcune notizie non erano per nulla rassicuranti. Crono però, mi disse di seguire solo le notizie certe, quelle delle fonti ufficiali, che sicuramente avrebbero spiegato cosa fare. Stare in casa era necessario come protezione e ci avrebbero tenuto sempre aggiornati.

Poi Crono continuò: “Virna però non poteva tenermi a casa con lei perché si era ammalata, così mi ha mandato a casa di sua sorella Sira, che abitava in un paese più lontano, sempre in provincia di Lodi. Lì non c’era così tanta preoccupazione e nessuno aveva visto Coronavirus. Sira, mi ha portato in una casa molto bella, con giocattoli, libri e un letto morbido e comodo. Io però volevo ritrovare la mamma e il papà, non so dove li abbiano portati, forse si sono ammalati anche loro e così sono uscito a cercarli ma mi sono perso. Poi ho incontrato te Nora …”

Allora ho proposto a Crono prima di tutto di tornare a casa di Sira che sicuramente era preoccupata. Una volta sistemato, avrebbe potuto connettersi ad un computer, disegnare la mamma e il papà e  diffondere il loro ritratto, così sarebbe stato più facile trovarli. Ho preso la mia macchina e l’ho portato a casa di Sira che  lo stava cercando. Quando ci ha visto, ha detto: “Crono, dove sei stato? Ero in pensiero per te!”

“ Come sta tua sorella  Virna?” – chiese il bimbo – “ Ora è in ospedale, la stanno curando, vedrai che presto guarirà” – rispose la donna.

Crono era molto preoccupato per i suoi genitori, perché il telegiornale aveva appena comunicato che anche loro erano ammalati. Quel Coronavirus, girava qua e là, in cerca di persone da contagiare, si nascondeva per non farsi trovare e colpiva molto velocemente. Lo aveva fatto anche con i genitori di Crono che stavano combattendo, come altre persone per sconfiggerlo! Grazie all’impegno di tutti i dottori,  ora non aveva molte possibilità di diffondersi. Allora Crono seguì  il mio suggerimento e iniziò a disegnare. Quando gli altri bambini videro i suoi disegni, fecero la stessa cosa, aggiungendo frasi di incoraggiamento per tutte le persone che erano state attaccate da Coronavirus.

In poche ore, i colori più belli e sgargianti avevano riempito le pagine dei giornali, gli schermi di TV e PC, per gridare forte a quel Coronavirus: “NON SEI PIÙ FORTE DI NOI, NON ABBIAMO PAURA, SE STAREMO TUTTI UNITI RIUSCIREMO A SCONFIGGERTI”.

 

… La storia non è ancora finita, che ne dici di  trovare tu il finale?  Puoi anche disegnare Crono e i suoi genitori, Virna e Sira; poi, puoi scrivere uno slogan di incoraggiamento e inviarli qui di seguito.

Silvia Ferrari

Silvia Ferrari

Insegnante, pedagogista e autrice

All stories by : Silvia Ferrari
2 commenti
  • Silvia Ferrari 10 Marzo 2020 a 4:53 pm

    Con il passare del tempo però, la preoccupazione aumentava,ci si sentiva appesi a un filo, a distanza. Per fortuna però, i medici degli ospedali non si erano mai fermati ed avevano continuato a curare le persone colpite dal Coronavirus.
    Rebeca A.

  • Silvia Ferrari 16 Marzo 2020 a 8:48 am

    Ci sono volute molte settimane di pazienza, ma i dottori guerrieri hanno trovato la medicina comnbattivirus sconfiggerndolo. Siamo finalmente tornati a stare insieme e a mangiare tutti in compagnia. Infine ho potuto finalmente riabbracciare i miei zii e i miei nonni.
    Alessandro

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